Fumata nera per la Consulta del verde. Qual è il concetto di democrazia per i consiglieri di maggioranza?
Nonostante il verde pubblico a Grosseto versi in condizioni preoccupanti, come spesso i giornali riportano, la proposta di istituire una consulta che offra gratuitamente al Comune contributi utili per una migliore gestione del verde è stata rifiutata dai consiglieri di maggioranza che giovedì scorso si sono espressi durante la IV Commissione consiliare.
Promossa da sette associazioni e approdata al parlamento cittadino attraverso la sottoscrizione di un centinaio di grossetani, il funzionamento della Consulta del verde è stato illustrato in commissione dai consiglieri Antonella Pisani, Lorenzo Mascagni e Marilena Del Santo: uno strumento partecipativo previsto dallo Statuto, autonomo, privo di costi per il Comune, costituito da associazioni locali, professionisti, dal mondo scientifico e della scuola e che, gratuitamente, fornirebbe contributi utili al Comune per la cura del verde cittadino.
Gli interventi dei consiglieri di maggioranza Bruno Ceccherini, Gino Tornusciolo e Renato Algeri hanno mostrato o una mancanza di conoscenza delle norme e dello Statuto del Comune di Grosseto o una preoccupante idea di democrazia alla base, contraria alla “carta costituzionale” che si è data la Città di Grosseto.
Ceccherini (Fratelli d’Italia) ha affermato che oltre al Consiglio comunale “io altri strumenti democratici non li riconosco”. Tornusciolo (Gruppo misto) ritiene che “chiedendo sempre dei tavoli di confronto per far sentire la voce di tutti, a volte si cancella la voce di chi si è espresso nelle urne”. Algeri (Vivarelli Colonna Sindaco) si è così espresso: “Se questa consulta non ha nessun potere di portare avanti le proprie idee non serve. Se invece la consulta ha qualche cosa con cui può portare avanti delle idee, allora non siamo più in democrazia, siamo in anarchia”.
I concetti espressi preoccupano in virtù degli Obiettivi preminenti che la Città di Grosseto si è data attraverso il suo Statuto, che emana dalla Costituzione, ovvero: favorire la partecipazione di tutti i cittadini alla vita pubblica (art. 2), elaborare e realizzare la programmazione mediante la partecipazione di cittadini, e associazioni (art. 4), assicurare il diritto a partecipare alla formazione delle scelte politico-amministrative del Comune (art. 6), favorisce l’apporto delle associazioni di volontariato al perseguimento di finalità istituzionali dell’ente attraverso la predisposizione di apposito regolamento (art. 7). Infine, al fine di promuovere e garantire la democrazia partecipativa, il Comune potrà regolamentare la costituzione di forme di organizzazione e consultazione dei cittadini, volontarie e gratuite (art 9).
Crediamo che nel momento in cui associazioni e cittadini propongono l’istituzione di una consulta partecipativa, dire “no” equivale a disattendere questi principi e obiettivi. Un “no” espresso da quelle stesse persone che hanno utilizzato gli strumenti democratici per essere eletti e ricoprire i ruoli che rivestono, norme che ora paiono non conoscere o disconoscere.
A nostro parere l’idea di democrazia che trapela dagli atteggiamenti di questi consiglieri di maggioranza non è quella di Grosseto. Ritengono questi consiglieri di rispettare la Costituzione della Repubblica italiana e lo Statuto del Comune di Grosseto? Attendiamo una risposta.