Scopo dell’Associazione GROSSETO AL CENTRO è mettere il cittadino al centro della scena sociale, culturale e politica, attraverso proposte e iniziative che possano contribuire a migliorare il nostro territorio e la comunità, coinvolgendo i cittadini nelle scelte che li riguardano tramite strumenti di democrazia partecipativa e costruendo un’amministrazione pubblica che rispecchi le reali esigenze quotidiane delle persone.
La città si rinnova se la comunità si evolve; la comunità si evolve se le persone che la compongono crescono interiormente. Da un confronto con lo psicoterapeuta Giancarlo Pacifici è nata l’idea di organizzare un’incontro pubblico su Carl Gustav Jung, una della principali figure intellettuali del pensiero psicologico e psicoanalitico. Nell’ambito della Notte Visibile della Cultura 2018, l’Associazione GROSSETO AL CENTRO, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Grosseto, propone dunque l’incontro dal titolo “Il processo di individuazione secondo Jung” che si terrà Sabato 9 Giugno alle ore 18 presso la sala conferenze al primo piano della sede dell’Archivio di Stato, in piazza Ettore Socci, 3 (maggiori informazioni nella locandina qui accanto).
Secondo il dottor Giancarlo Pacifici, che condurrà l’incontro, Jung è stato un grande rivoluzionario del pensiero. Egli affermava la rilevanza della psicologia ed era convinto che sollecitare la coscienza di ogni cittadino costituisse una sicura crescita collettiva oltre che una maggiore capacità di essere responsabili. Educare l’uomo a star bene con se stesso conduce inevitabilmente a vivere tutti insieme una vita sociale gradevole e conciliante. Durante l’incontro, dopo l’introduzione del pensiero di Jung verrà proiettata una videointervista allo stesso, che lascerà poi spazio ad un dibattito e ad un confronto su idee e iniziative concrete per la città. Sperando di trovarvi numerosi a questo appuntamento, riportiamo alcune considerazioni sociologiche di Jung che ci paiono quanto mai attuali:
«Ho spesso visto persone diventare nevrotiche per essersi accontentate di risposte inadeguate ai problemi della vita; cercano la posizione, il matrimonio, la reputazione, il successo esteriore o il denaro, e rimangono infelici e nevrotiche anche quando hanno ottenuto tutto ciò che cercavano. Persone del genere di solito sono confinate in un orizzonte troppo angusto, la loro vita non ha sufficienti contenuti, se riescono ad acquistare una personalità più ampia generalmente la loro nevrosi scompare. Tra i cosiddetti nevrotici del nostro tempo ve ne sono molti che in altre epoche non lo sarebbero stati, non sarebbero stati cioè in disaccordo con se stessi: se fossero vissuti in un’epoca, in un ambiente nel quale l’uomo attraverso i miti era ancora in rapporto con il mondo ancestrale e quindi con la natura sperimentata realmente e non vista solo dall’esterno avrebbero potuto evitare questo disaccordo con se stessi.
Oggi si vuol sentire parlare di grandi programmi politici ed economici ossia proprio di quelle cose che hanno condotto i popoli ad impantanarsi nella situazione attuale, ed ecco che uno viene a parlare di sogni e di mondo interiore… tutto ciò è ridicolo, che cosa crede di ottenere di fronte ad un gigantesco programma economico, di fronte ai cosiddetti problemi della realtà? Ma io non parlo alle nazioni, io mi rivolgo solo a pochi uomini. Se le cose grandi vanno male, è solo perché i singoli individui vanno male, perché io stesso vado male, perciò, per essere ragionevole, l’uomo dovrà cominciare con l’esaminare se stesso, e poiché l’autorità non riesce a dirmi più nulla, io ho bisogno di una conoscenza delle intime radici del mio essere soggettivo. È fin troppo chiaro che se il singolo non è realmente rinnovato nello spirito neppure la società può rinnovarsi poiché essa consiste nella somma degli individui.»