Sì è perso troppo tempo: sono trascorsi più di sei mesi da quando la petizione con le firme di oltre 1.000 grossetani è stata presentata al sindaco, affinché facesse valere, presso il prefetto, il suo legittimo diritto di convocazione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, ponendo all’ordine del giorno l’introduzione del Numero unico per le emergenze europeo 112 e la realizzazione di un’unica centrale operativa interforze.
Ieri il sindaco ha espresso la necessità di accelerare sensibilmente, fare squadra, integrare, confrontarsi, congiungere gli sforzi per garantire alla città una maggiore sicurezza. È noto, tra gli esperti nazionali ed internazionali, come la centrale operativa interforze ed il Numero unico di emergenza 112 in seno ad essa (non un call-center laico), sul territorio della propria provincia, siano condizione fondamentale affinché qualsiasi ulteriore misura in materia di prevenzione e sicurezza possa offrire la massima efficacia. Questo perché porterebbero a maggior coordinamento e condivisione delle informazioni, tempi di intervento ridotti, maggior disponibilità di risorse umane sul territorio, là dove ce n’è più bisogno.
Totalmente insoddisfacente ci appare la risposta scritta, pervenuta soltanto ieri, a distanza di oltre cinque mesi dai termini previsti dal regolamento comunale, con cui il sindaco ci informa che “la petizione è stata inoltrata ai competenti uffici Protezione Civile e Affari Istituzionali”.
Ci sono voluti sei mesi di preoccupanti eventi di cronaca per convincere l’assessore alla sicurezza ed alcuni esponenti della maggioranza consiliare, come si legge sui giornali, della necessità di un incontro con il questore ed il prefetto, quest’ultimo già messo a conoscenza della petizione. Tale appello, a nostro giudizio, dovrebbe mirare a discutere sul preciso oggetto della petizione per offrire una soluzione strutturale al problema, anziché su generiche richieste di interventi tampone.
In virtù di quanto sopra descritto, l’associazione GROSSETO AL CENTRO sta stilando una lettera da inviare al Presidente della Regione Toscana, al Ministro degli Interni ed al Presidente della Repubblica affinché le legittime richieste dei 1.000 cittadini, inascoltate a livello locale, trovino riscontro nelle autorità territoriali e centrali.
Questa lettera aperta è stata inviata:
al sindaco del Comune di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna,
all’assessore alla sicurezza Fausto Turbanti,
al presidente del Consiglio Comunale Cosimo Pacella.