L’associazione GROSSETO AL CENTRO ritiene che sia necessario riportare il 118 a Grosseto, integrandolo in un’unica centrale operativa interforze.
Non occorre leggere le numerose posizioni politiche o sindacali apparse sui giornali per comprendere ciò che è successo: il sistema 118 della nostra provincia, una volta fiore all’occhiello italiano, sta assistendo ad una netta diminuzione della qualità percepita dai cittadini con inevitabili ricadute sui servizi del pronto soccorso.
Crediamo fortemente che l’istituzione di un’unica centrale operativa interforze nel capoluogo maremmano porti ad una riduzione dei tempi e ad un migliore – quanto inevitabile – coordinamento tra tutti i soggetti che devono operare in un’emergenza, oltre che essere garanzia di una maggiore conoscenza del territorio in cui intervenire prontamente. L’operatore di uno degli enti che risponde alla chiamata prende in carico la richiesta e rimane in contatto continuo con l’utente; la presenza degli operatori degli altri enti istituzionali favorisce l’erogazione di una risposta multidisciplinare in tempi quanto mai rapidi 1) localizzando il target e valutando l’urgenza e la magnitudo, 2) inviando il mezzo di soccorso o fornendo una risposta alternativa, 3) somministrando le istruzioni pre-arrivo. Se ciò avvenisse, a livello provinciale potremmo risolvere i problemi attualmente percepiti dalla popolazione, scaturiti dal trasferimento del 118 da Grosseto a Siena.
A tale proposito abbiamo da tempo lanciato una campagna a favore della creazione della centrale unica e l’istituzione del Numero unico dell’emergenza europeo 112 nella provincia di Grosseto. È stata ampiamente informata la cittadinanza e oltre 1.000 Grossetani hanno sostenuto la relativa petizione popolare. Ci battiamo per l’importanza di tale decisione a livello provinciale, soprattutto dopo le manifestazioni di inadeguatezza del modello di unificazione a livello di area vasta delle centrali operative del 118 così come noi grossetani l’abbiamo percepita.
Dopo i vari appelli a nome dei grossetani che hanno firmato, ci chiediamo come mai i politici e le amministrazioni locali non appoggino la nostra petizione, basata su leggi nazionali e normative europee. Se queste norme di buon senso fossero state applicate non saremmo testimoni involontari dell’odierno pasticcio.